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Il futuro oltre l’ostacolo

Non capita spesso di avere un’ora di tempo per esprimere il proprio pensiero sui temi che ti stanno più a cuore. I nuovi ecosistemi dei media, la convergenza tra Web e TV, i nuovi trend dei contenuti in rete. Al massimo può capitare di fare qualche comparsata a vari convegni o seminari, nel corso dei quali devi sintetizzare concetti di un certo respiro, con risultati spesso frustranti, specie se non si hanno grandi doti di sintesi.

Ci hanno pensato i formidabili Maria Petrescu e Jacopo Paoletti a fornirmi questa opportunità, dedicandomi una sfiancante (per loro, per me e soprattutto per voi) intervista video nell’ambito di un progetto davvero promettente, denominato Intervistato.com. Iniziativa ambiziosa, proprio perchè non si pone troppi “requisiti funzionali”, come la durata, sposando il principio per cui se una persona non avrà nulla di interessante da dire non la starai a sentire nemmeno se parla per soli trenta secondi. Una sfida, insomma.

E al di là della pur utilissima sintesi di 7 minuti (che vedete qui sopra), è stato proprio nella versione integrale che sono riuscito a spendere i miei famosi “two cents” su molte delle questioni all’ordine del giorno nel dibattito sugli ostacoli che si frappongono tra noi e un futuro mediatico che – in loro assenza – sarebbe davvero portata di mano. Nel farlo, ho potuto – tra le altre cose – rispondere alle belle domande di Alberto D’Ottavi e Gianluca Diegoli e citare l’opera di innovatori come Luca Alagna (per 140nn) e Francesca Gerardi (per il suo Tumblr).

Per comodità di fruizione pubblico quindi di seguito i link alle 5 parti della videointervista completa, con l’indicazione dei temi trattati su cui, come sempre, mi piacerebbe raccogliere le vostre impressioni nei commenti del post. Buona visione.

Prima Parte

La situazione dell’adozione dei social media da parte delle aziende: il conflitto tra i nuovi professionisti e gli opportunisti per tutte le stagioni. La transizione della comunicazione di massa dalle catene verticalmente integrate (giornali, radio, televisione) al web. Gli ostacoli: i “grandi rallentatori” e la concorrenza sul prezzo. Le peculiarità della situazione italiana e il ruolo chiave delle major sullo scenario internazionale.

Seconda Parte

La convergenza tra televisione e il Web: “il vero walled garden è il digital divide“. Il tema della nuova, emergente militanza sui temi digitali per l’ecologia dell’informazione.

Terza Parte

Il ruolo delle applicazioni nella nuova televisione. Il progressivo prevalere della leva della condivisione sulla mera fruzione del contenuto. Dagli User Generated Content agli editori distribuiti. Il ruolo dei content curators verso masse, gruppi e singoli individui. Dalla specializzazione verticale alla costruzione di senso orizzontale. Il residuo ruolo degli aggregatori di senso sociale. Il valore della conoscenza profonda e industrializzata della digital identity dell’utente.

Quarta Parte

I modelli di business della vecchia e della nuova televisione. La sopravvivenza dei palinsesti e la seconda vita, sulla televisione di flusso, dei canali generalisti. Lo spostamento del problema della libertà di informazione dall’ostacolo tecnologico al problema culturale. Le soluzioni di retroguardia (la docu-fiction) e di avanguardia (il citizen journalism autofiltrante). L’emergere della necessità di nuovi filtri e nuove malizie degli utenti nei futuri ecosistemi dell’informazione.

Quinta parte

L’illusione di avere tutto e subito: la rapidità del cambiamento tecnologico a fronte della lentezza della risposta dell’economia reale. Lo spostamento del valore, nelle nuove catene dei media, dall’area della distribuzione alla ownership del contenuto grezzo.