A volte provano a convincermi di scrivere su queste pagine qualcosa di personale, abbandonando per un attimo i temi freddi del blog “tecnologico”. Va bene, se è l’eccezione che conferma la regola. Per farlo devo essere piuttosto motivato, e forse stavolta lo sono.
Avete presente il tipico dialogo sulla mafia? Quello dove a un certo punto salta fuori quello che dice che “i meridionali sono tutti responsabili, anche quelli onesti, semplicemente perché hanno permesso che la mafia si impadronisse delle loro terre, dei loro affari, delle loro vite?”.
Ecco. Ieri ero a Milano, e ho visto la città tappezzata da manifesti come questo, quello in cui la Lega promette che se governerà in Lombardia, dopo le prossime elezioni del 24 e 25 febbraio, farà in modo che vengano trattenute in regione il 75% delle tasse.
Di solito, di questi manifesti, mi capita di discutere con un tassista leghista, ed è sempre lui a prendere l’iniziativa. Però stavolta la discussione si svolgeva in un bar elegante del centro, in mezzo a persone che dichiaravano di votare Ambrosoli, così come prima avevano votato Pisapia. Quelli – per intenderci – con l’attico in Brera, ma c’erano anche dei sedicenti militanti, quelli che vanno a vedere i film all’Anteo. Un simpatico mix tra la “Milano per bene”, quella delle famiglie storiche, colte, istruite e gli alternativi coi soldi di papà, quelli che hanno trasformato il Leonkavallo in un localino alla moda.
E niente, loro dicevano che se avesse vinto di nuovo la Lega, alleata di Berlusconi, dopo tutto quello che è successo, loro si sarebbero arresi, non si sarebbero più occupati di politica. Tanto la colpa è “di quegli ignoranti” che votano Maroni e Berlusconi.
Il problema (e lo dice un toscano che ha vissuto sia a Milano che a Roma, quindi direi molto laico rispetto alle questioni di latitudine) è che questi signori per bene, che hanno studiato, sono anche gli stessi che, nella loro profondissima e coltissima analisi socioantropologica del voto di destra, per anni hanno sostenuto, appunto, che tutti i meridionali, coi loro bizantinismi, con le loro clientele, col loro sottobosco hanno in fondo legittimato la mafia e il malaffare che ha distrutto il loro giocattolo dal ’68 in poi, “la politica”. E quindi, pur non votando Lega o Berlusconi, tutto sommato quel voto l’hanno capito. Tutto sommato è sempre colpa del sud, della sua cultura mafiosa che ha sottratto la politica a loro, le persone per bene, ottenendo il consenso dei conterranei che – poverini – non hanno studiato abbastanza, e si fanno abbindolare dalle ampolle del po e dai miracoli italiani.
In sintesi: al sud la colpa della mafia è di tutti i meridionali, anche quegli onesti. Al nord la colpa del berlusco-leghismo non è anche loro, dei settentrionali onesti che non hanno saputo opporsi, ma ancora una volta dei meridionali.
Ecco, io credo che dopo tutto quello che è successo, che non sto qui a ripetere perchè lo sapete a memoria (e credo che si ci fossimo sbizzarriti con l’immaginazione non saremmo nemmeno riusciti a prevedere in uno di quegli articoli di “Cuore” di cui era maestro Michele Serra, l’indiscusso campione del “nord per bene”), non ci siano proprio più scuse.
Quella del 24 e il 25 Febbraio è davvero l’ultima chiamata. Se decideranno di farsi ancora governare da questi personaggi, e magari determineranno anche un risultato decisivo al Senato per le elezioni politiche, tutti i lombardi, con la loro cultura imprenditoriale, le loro capitali morali, il loro senso del dovere, la loro intrinseca onestà di gente per bene, saranno per sempre rappresentati – anche culturalmente – da gente che organizza festini con minorenni e paga gli interventi di chirurgia plastica coi finanziamenti pubblici. E hai voglia a costruire linee di metropolitana, a inaugurare Esposizioni Universali, a fare i loggionisti alla Scala o a parlare di Brecht nel foyer del Piccolo.
No, questa è proprio l’ultima chiamata. In gioco non c’è solo il destino di una regione o di un paese. C’è anche il mito del nord. Vi prego, dimostrate a tutti, all’Italia e al mondo che non avete più nulla a che spartire con questa gente. Liberatevene una volta per tutte. Grazie.