A’ la Blogfest comme à la Blogfest

BlogFest2013miniForse sarà una nuova Blogfest, e non lo dico solo per il fatto che si svolga a Rimini, per quanto ciò possa facilitare la logistica ed ampliare notevolmente la platea.

Il punto è che quest’anno la kermesse organizzata da Macchianera offre un programma molto più ricco. Oltre al consueto e irrinunciabile contesto ludico notturno (le feste, i DJ Set, la premiazione degli Awards), durante il giorno sono infatti in programma decine e decine di dibattiti, organizzati in 5 filoni contemporanei: economy, community, food, education e media.

Non è più, insomma, un “raduno di blogger”, ma qualcosa di più simile ai molti festival che affollano sempre più il calendario nazionale, sintomo di una crescente voglia di esperti e non esperti di confrontarsi nel mondo reale sui temi che escono dai giornali (La Repubblica delle Idee) dai libri (I festival della Letteratura, della Mente, della Filosofia), e dalla Rete (Internet Festival, le Social Media Week come quella di Milano e appunto – adesso – anche la Blogfest in questa versione arricchita e corretta).

Ascolteremo le voci di personaggi vecchi e nuovi, di tecnottimisti e di neo-luddisti, di startupper e artigiani del cibo, insomma ce ne sarà per tutti i gusti. E ci sarà anche  “il Capo del Capo del mio Capo“, intervistato da Daria Bignardi su tutto ciò che può essere rappresentato in uni e zeri, e non solo le tlc.

Per quanto mi riguarda, sarò coinvolto in due panel: il primo (sabato 21 alle 10) – al quale parteciperò a titolo personale, come co-autore di questo libro – sul futuro della “connected television”, in compagnia di pionieri della net-tv come Tommaso Tessarolo, venerati broadcast-bloggers come Matteo Bordone e con l’inafferrabile Filippo Pretolani nel ruolo di moderatore-guastatore d’altissimo lignaggio.

Il secondo – domenica 22 alle 12, stavolta col badge rosso in tasca e magari con una cravatta decente intorno al collo – nel quale Marco Massarotto presenterà un adorabile e misteriosissimo accrocco fotografico, che propone di raccontare la vita di una persona nel modo più autentico, cioè bypassando il “filtro autoriale” di chi lo indossa. Il digitale che prova a risorpassare la Lomo, insomma:  ne parleremo con virtuosi dell’analisi tecnoantropologica del calibro di Paolo Mulè, Luca Alagna, Davide Bennato.

Per il resto, se il lavoro me lo consentirà, sarà l’occasione di incontrare tante belissime persone che proprio grazie alla Rete sono diventate amicizie in carne ed ossa. E magari ascoltare insieme il crescente e sempre più popolare lamento di chi la Rete sa solo attaccarla.

Lo faremo con vigile rispetto per ogni opinione, ma con l’avvertenza che non accetteremo critiche:

  • per la spazzatura che si trova su You Tube da chi ha inondato la TV di spazzatura, senza offrire per decenni alcuna alternativa
  •  alla qualità della scrittura sui blog da chi ha prosperato per anni vendendo i libri di Rosa Giannetta Alberoni  (per fare solo un esempio)
  • per le bufale dell’informazione in Rete da chi titolò a nove colonne che i Raeliani avevano clonato l’uomo, dopo una regolare ed analogicissima conferenza stampa (e anche questo è solo un esempio)
  • al linguaggio di Facebook “che istiga alla violenza” da chi ha mandato in onda Borghezio con la maglietta anti-Maometto (altro esempio tutt’altro che isolato)
  • alla superficiale brevità di Twitter da chi ha ridotto la politica ad una lista di slogan precotti, da distribuire in speciali “kit per il candidato”
  • (aggiungere altri allegri riflessi condizionati a piacere)

Insomma, ci sarà da divertirsi, credo.

Lascia un commento